Questo piccolo libro intende indicare dunque un possibile metodo per scrivere e studiare. Un libro rivolto pertanto, oltre che agli studenti universitari, a tutti coloro che nello scrivere e nello studiare riconoscono un nutrimento essenziale per la propria vita, pur facendo probabilmente altro di professione. Ma perché un metodo? L’età moderna è stata caratterizzata dalla scoperta, oltre che del soggetto, anche del metodo: basti pensare, fra tutti, ad Ignazio di Loyola e Cartesio. Scoperta del soggetto ed elogio del metodo sono andati storicamente di pari passo, e non è un caso. Il soggetto infatti, per affermarsi pienamente, ha bisogno di rinunciare alla propria spontaneità assoggettandosi liberamente ad un metodo: come in ogni esperienza, il momento dell’appropriazione soggettiva è preceduto e seguito da quello della libera espropriazione metasoggettiva – potremmo dire: pneumatica − grazie alla quale sola il soggetto diventa perito, ossia diventa, morendo a sé stesso, esperto.
Il metodo per scrivere e studiare sarà indicato tracciando una breve fenomenologia del lavoro intellettuale, per mezzo della quale si possa prendere consapevolezza del vissuto imposto dal lavoro stesso, così da farlo diventare esperienza ed eventualmente, per alcuni, vocazione.
In quanto fenomenologico, il cammino procederà toccando i due momenti costitutivi di ogni esperienza umana, il tempo e l’essere, riconoscendo nell’esistenza umana, alla luce dell’insegnamento heideggeriano, un essere temporalizzato, ovvero un tempo qualificato ontologicamente. Concluderemo infine tracciando una regola di vita di un intellettuale, ultimo passo, questo dell’oggettivazione in una regola, sempre necessario per trasformare un’esperienza in vocazione e una vocazione in forma di vita, in consacrazione, in alleanza, in testamento.
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